Sono serva di una parola spezzata
e di uno sguardo poco meno che banale,
poco più che sempre uguale.
Potessi scioglierlo come fa il sonno
con i nodi sulle dita
o come il mattino con la brina
saprei ancora ricordare le costellazioni
sulla schiena nuda
e il sapore che il profumo condensa sulle labbra,
saprei annegare nel calice
e non sentirlo addosso,
e non lamentarmi del tempo che fa.
Gelo
e non è il vento,
è il non poterti dire che ho freddo.