La libellula

Pelle dopo pelle ricambiare
la  luna è un occhio che s’attarda
all’alba in cielo e sta a guardare
come ci fa sorridere nei giorni
aggiustare un difetto sempre nuovo,
tenere a mente di non domandare:
-Per quale guscio ancora promettere?-

Abbandonato il busto poco oltre
il davanzale, hai mai compreso
quanti muti maestri ci riserva il destino?
Loro ci distinguono. Contro luce
io seguo una saetta verde volare veloce
-ogni incrocio sempre un poco ci colora-
tengo a mente che può spaventare
e non voglio vedere se torna.

 

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Illustrazione di Monica Barengo

Comprendere

Cambiare più niente,
il colore della parete
guardarla dal basso dal fianco
in apnea, cambiare per niente.

Oggi mi sento dormire per terra
conservare un cricri di sorella sulle
leghe a memoria di forma,
una smorfia si sciupa sul viso
che mi piaccia o no

comprendere è materia di sogno.

 

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Illustrazione di Carlos Hache

La strada nel bosco

L’erba non falciata
ai lati della strada
un riccio che si rotola
e si spina lì, tanto nascosto.

Il buio oltre il camminamento
coperto dalle parole che hai riposto
-coraggio, luce, libertà!-
nell’esatto tono in cui le pronunciasti
in cui le piansi.

Non facciamoci sorprendere
dal puzzo delle cimici, lo conoscevamo
già senza sentirlo. Ora
è un caldo infernale tra i pini
una voce incollata di resina
che non sa ancora dire.

Le ore passate a non capire,
questo nostro lento movimento
il blu cielo sempre tutto nei suoi occhi
lo scoiattolo che pende dal ramo disperato.
Molte cose hanno cospirato
per questo momento,
ma solo tu hai lasciato che accadesse.

Ho un lumino ad olio, le nocciole
nella tasca, il tuo volto è poco illuminato
gli occhi pressapoco nei guai, poco poco
poco più poco -e se fosse come lo direi?-
più fioco -la verità senza un forse-
più scompare.

 

Anna Pirolli

Illustrazione di Anna Pirolli

:

Mi attorciglio, mi sento parlare,
mi sorprendo le dita tentare di farmi la pelle
io senz’ossa, ho una scossa sottile alla gamba
che tremando da forma alla fossa. Lì

spargo i miei petali

– estate –

quanti sintomi inutili per questo silenzio.

 

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Sir Anthony Van Dyck, detail of Lady Dacre

 

 

Rumore

Recisa dal caldo impensato
una foglia scricchiolando
dalla siepe arsa se ne va

se neanche il volo è muto
cosa lo sarà? Se la terra secca
non l’assorbe, sta quella sardina
di verde a crepitare crepando
di sole.

 

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Monica Rohan

 

Incarnazione, oppure piccolo miracolo notturno

Ogni cosa dai fianchi alle caviglie
è scivolata, la carne è carne sottotutto.
Quando nel buio ho smesso di arrotolare
i capelli tra le dita, d’immaginare
un lumicino nuovo per quello che ho distrutto
accendere nelle notti tenere le meraviglie
piccole di un corpo, come le ciglia o i nei
così segrete per uno sguardo famelico
che non le intende se non nell’interezza,
quando i miei piedi rabbrividiscono in fondo
alle lenzuola, tutta ancora mi somiglio
ed è come se il naso e la bocca pensassero
e lo stomaco e le ginocchia alla stessa identica idea
poco attendibile, che senz’altro ho inventato,
e quella più e più va incarnandosi e si avvera

e quasi dura

finché l’alba le scintille copre col suo giorno.

 

Sophie Lécuyer, monotype illustrations, 2013

Sophie Lécuyer, monotype illustrations, 2013