L’arresa

Tra i rovi le pigne d’asfodeli si raccolgono
ad imbiancarti il passo, senti il vento leggero
già giunto là dove le strade non si insegnano
e dove per scelta nessuno più si è scosso.
Se è rimasta una lente di sole a riguardarci
prometti che ci sorrideranno le curve d’acqua sui sassi
e i nomi che abbiamo dimenticato di portare.

Quello che nel buio stai aspettando di guardare
è un profilo diafano, come è evidente, che ti infiora.
Rubecula dalle remote stagioni, non l’inverno
ti spaventa ancora ma l’attesa

che il mio destino è conservato tutto in questa modesta resa
da pervinca, e la fine riposa vermiglia del suo lutto
e sensibilmente protesa verso la riuscita
se tu, trascolorandoti, la trovi.

 

schiele boh

Egon Schiele, Nudo seduto con calze viola, 1910.